L’arte, per me, è sempre stata una modalità privilegiata per prendere coscienza e comunicare
ciò che il mio cuore desidera, teme, vive .
Essa nasce da quel moto presente nel cuore d’ogni uomo quando esso è libero, disposto, in altre parole,
ad aderire alla sete inesauribile di verità che è in lui.
Il più importante di questi è l’impossibilità di separare la Bellezza dal Sacro, scindere la Bellezza dal Mistero.
La Bellezza indica, infatti, che la vita è inserita in una realtà più grande, che il quotidiano è un segno visibile
di una presenza invisibile.
Per questo motivo l’arte è l’unico linguaggio universale degli uomini: per questa nostalgia di verità,
per questa domanda continua che è per ogni uomo.
I Re Magi tornano nel cuore di Betlemme, a pochi metri dalla Basilica della Natività. Ho realizzato questa opera per il nuovo centro della Custodia di Terra Santa, dal nome significativo “Dar Al-Majus”, “Casa dei Magi”.
“… è stata la possibilità di incontrare veramente delle ‘pietre vive’ e in questo dialogo far nascere le figure che poi ho rappresentato. I magi non arrivano in un luogo deserto. Arrivano in un luogo che ha già incontrato il Signore e che li accoglie, e quindi c’è veramente questo scambio di doni. Io ho pensato alla mia vita e ho pensato a questo dono che si ripresenta in ogni età. È possibile questo incontro veramente a ogni età….”
“Dozza, il paese dei Magi” è il titolo dell’opera che mi è stata commissionata per lasciare un ricordo stabile per la rassegna annuale del Muro di Dozza.
Il dipinto è largo tre metri e alto 1,5 ed è stato inaugurato, il 19 dicembre, alla presenza del sindaco di Dozza Luca Albertazzi e dalla presidente della fondazione Dozza città d’arte Simonetta Mingazzini in vicolo Campeggi. Il dipinto sintetizza tutto quello che sono stati i Re Magi a Dozza. Simbolico il popolo che accompagna i Magi, «perché è stato un popolo che ha realizzato e partecipato alle varie edizioni. E proprio nella folla si scovano i volti di alcuni protagonisti di questa storia: don Lindo Contoli; Francesco Cesari, che ora sorride dal Cielo, è quello che con la testa tocca la stella cometa; e Tea Mirri, oggi 98enne, «anima di questa avventura fin dall’inizio».
Il Mistero della Salvezza si fa forma
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L’Arte come racconto
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